Uno degli strumenti più noti di accumulo dell’energia rinnovabile, solare in questo caso, è il classico panello fotovoltaico. Iniziamo con lo spiegare, in linea di massima, come funziona. La sua funzione è quella catturare e poi trasformare in energia la luce del sole. Ma come avviene questa trasformazione? Artefice principale di questo piccolo ‘miracolo’ tecnologico è un materiale che risponde al nome di silicio di grado solare. Si tratta di un tipo di materiale che, non essendo presente in natura, deve subire una lavorazione complicata che lo porta a un grado di purezza vicino al 100%. Grazie a queste complicate trasformazioni il silicio di grado solare diventa un vero semiconduttore molto efficiente.
Molti pannelli fotovoltaici, quelli che si vedono installati sui tetti delle case, perlopiù si basano sulla conduzioni sul silicio cristallino che ha diversi gradi di purezza e, di solito, più il silicio è puro, più aumenta il costo dei pannelli.
Questi pannelli sono molto efficienti e per questo sono tra quelli maggiormente installati a livello residenziale, ma non solo. Inoltre, grazie alla lavorazione che subiscono necessitano di minori celle e quindi occupano anche meno spazio: un pannello che si compone di celle fra le 60 e le 72 è in grado di generare una potenza che varia tra i 120 e i 300 Watt.
Ci sono, poi, anche i pannelli fotovoltaici in silicio policristallino. Un materiale che viene ottenuto grazie a un procedimento più semplice di quelli appena citati e quindi risulta anche meno costoso. Queste celle sono anche in grado di sopportare meglio il calore. Fra i contro di questi pannelli possiamo annoverare il fatto che occupano più spazio degli altri, perché per produrre la stessa potenza ne servono di più. Quindi, anche da un punto di vista estetico, risultano forse meno gradevoli rispetto a pannelli realizzati con materiali più costosi e che occupano meno spazio sul tetto.